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1 ottobre 2021 | Comune di Udine , Sala Aiace
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza.
(Dante – inferno – canto XXVI – v. 119)
L’imprevedibile periodo che stiamo vivendo ha inciso profondamente non solo sulla vita culturale di ognuno di noi, ma anche sul modo di fare e di usufruire della cultura, qualsiasi sia la forma nella quale essa ci accompagna nel nostro quotidiano cammino. Non potevamo non tener conto di ciò nel predisporre un progetto culturale che ne sarebbe stato profondamente condizionato. L’architettura metodologica non poteva né doveva scostarsi da una promozione culturale che tenda a riportare il modello multiculturale della Regione Friuli Venezia Giulia a pieno titolo in Europa. Una Cultural Diplomacy che continua pertanto a necessitare di contatti e relazioni difficilmente riservabili esclusivamente al web. Un ostacolo dalle conseguenze oggi difficilmente prevedibili. Non a caso uno dei temi che ha maggiormente catalizzato l’attenzione nel forum 2020 è stato il panel “Indipendenza e Interdipendenza”, un’analisi che mise in evidenza il ruolo internazionale che già agli inizi del secondo millennio il Patriarcato aquileiese giocava nello scacchiere europeo. Ed è proprio tale ruolo oggi a soffrirne. Ma la pandemia virale che ha investito il pianeta non rappresenta che l’ultimo degli stravolgimenti che hanno caratterizzato i nostri ultimi cinquant’anni. Tutto cominciò con internet, che rappresentò lo start up della globalizzazione dell’informazione; seguì il crollo dei muri ideologici, che determinò invece la globalizzazione dei mercati; per arrivare al Covid19, che da un giorno all’altro ci ha dimostrato che uno non vale uno, ma uno può contagiare l’intera umanità, per cui siamo tutti interdipendenti. Ogni nostra volontà dovrà tenere necessariamente conto di questo tsunami sociale e culturale. L’iniziale disorientamento è stato però vinto dalla convinzione che la cultura abbia oggi più che mai la responsabilità di sostenerci per superare questo difficile passaggio planetario. Un ruolo lenitivo, quasi un vaccino salvifico sulla scia delle tante contaminazioni che segnano la storia di queste terre di confine. Un impegno smisurato che nessun attore culturale può sensatamente ritenere di poter svolgere da solo, in presuntuosa autonomia. Sorprendente, inoltre, l’attualità del richiamo dantesco alle radici (semenza), alla virtù e al desiderio di sapere (conoscenza). Sintesi del forte messaggio che desideriamo si irradi, in senso figurato, dal millenario campanile di Aquileia, a tutte le genti che storicamente, culturalmente o religiosamente trovano qui radici: la cultura ci salverà. Essa ha sempre rappresentato l’antidoto ad ogni forma di male e di degrado umano., anche nei momenti più difficili e bui. Ogni soggetto pubblico o privato, governativo o della società civile, dovrebbe oggi sentire il dovere di diffondere un tale messaggio. Farlo assieme in un momento così difficile e delicato avrà una valenza incalcolabile. Un insostituibile vaccino.
Mitteleuropa intende pertanto, ancora una volta, riunire istituzioni politiche, diplomatiche, sociali, economiche, accademiche e culturali di tutti i Paesi dell’area centro-europea e balcanica. Intende farlo in stretta sinergia con la Regione Friuli Venezia Giulia, la Central European Initiative e l’Università di Udine, per una azione di diplomazia e intelligence culturale a sostegno di comuni visioni e comuni destini. Il tradizionale appuntamento annuale si prefigge inoltre di rafforzare le preziose relazioni e legami che il forum ha saputo tessere nel corso di questi anni. Un patrimonio al servizio di tutti.
Il format rispetterà il collaudato cliché delle scorse edizioni, che pare generalmente apprezzato.
Si ringraziano sin d’ora le Istituzioni europee, il Ministero degli Affari Esteri, la CEI-Central European Initiative, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, l’Università del Friuli, la Fondazione Friuli, il Comune di Udine e tutti coloro che, a vario titolo, saranno co-attori o sostenitori di questo appuntamento.
Udine marzo 2021 Paolo Petiziol